Qualche giorno fa a seguito di un sondaggio proposto sulla mia pagina Instagram è emerso che quando si parla di anziani si pensa subito a persone fragili, spesso isolate. Persone bisognose di ascolto e che necessitano costantemente cure.
In effetti questa è una visione molto comune, soprattutto in questo particolare periodo storico, ma è bene ricordare che ci sono anche molti anziani che hanno ancora una vita attiva, che si dedicano alle loro passioni, coltivano relazioni e si prendono cura di altre persone.
L’età anziana, indubbiamente, porta con sé un senso di fragilità, legato ad un progressivo decadimento psicofisico e alla perdita di alcuni ruoli all’interno della società, ma questo non significa che la persona anziana non possa più condurre una vita attiva.
È compito di ogni singolo individuo all’interno della società sostenere percorsi di invecchiamento attivo, superando la visione dell’età anziana come fase passiva dell’esistenza caratterizzata da bisogni di assistenza e marginalità sociale.
È importante riconoscere il giusto valore della terza età, una fase della vita ormai sempre più lunga. Darle la dignità e il rispetto che merita non è solo un atto di altruismo: è un investimento per il nostro stesso futuro.
Gli anziani possono essere persone fragili, è vero ed è innegabile, ma sono anche memoria storica, portatori di esperienze, sostegno per le famiglie e risorsa importantissima per la società (sempre più anziani sono impegnati nel volontariato).
Cerchiamo quindi di abbandonare questa visione negativa, caratterizzata per lo più da stereotipi, e promuovere una visione positiva dell’invecchiamento.
L’anziano può e deve essere una persona attiva!
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