Qualche settimana fa, durante un incontro di supervisione con i volontari del servizio civile una di loro mi ha confidato quanto fosse rimasta profondamente colpita da questa frase pronunciata da uno dei residenti della struttura.
Questa semplice frase racchiude una potente verità: la paura di essere dimenticati. È un grido silenzioso che invita a riflettere sull’importanza dell’affetto, delle relazioni e del riconoscimento della nostra esistenza.
In un mondo frenetico, questa frase ci invita a fermarci e trovare il tempo per coltivare relazioni significative con chi ne ha più bisogno.
Ogni giorno, ciascuno di noi ha il potere di rispondere a questa richiesta. Con un sorriso, una conversazione sincera o anche solo un gesto gentile possiamo scacciare la solitudine e rafforzare il legame umano, dentro e fuori le RSA.